Stava scalando una vetta dell'Himalaya.
La conferma dell'incidente è stata data dalla moglie sul blog: «Non potremo più riabbracciarlo» fù protagonista della scalata in cui perse la vita Karl Unterkircher
Walter Nones in una foto del 24/7/2008
MILANO - «Walter ha avuto un incidente questa mattina. Non potremo più riabbracciarlo, possiamo solo ricordarlo per il grande uomo speciale che era». Così, sul blog dell'alpinista, la moglie di Walter Nones ha dato la notizia della morte del marito, il 39enne rocciatore trentino, mentre era impegnato nella scalata di uno degli 8mila dell'Himalaya, il massiccio del Cho Oyu. «Non ci sono ancora informazioni precise sull'accaduto quindi chiedo rispetto da parte dei mezzi d'informazione nel diffondere la notizia. Quando avrò maggiori informazioni le pubblicherò sul blog», scive ancora Manuela Nones.
CHI ERA - Walter Nones, nativo di Cavalese in Trentino, viveva in Alto Adige, nella Valgardena. Appuntato dei carabinieri, lo scalatore poteva vantare, fra l'altro, la conquista, nel 2004, del K2 senza ossigeno. Nel 2008 Nones fu tra i protagonisti di una drammatica ascesa sul Nanga Parbat durante la quale morì Karl Unterkircher. Nones e Simon Kehrer riuscirono a raggiungere quota 5.700 dove, su un pianoro, vennero recuperati da un elicottero al termine di un'odissea durata 10 giorni.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
domenica
Cassazione : non commette reato il direttore di rivista online che non controlla i contenuti.

(Data: 03/10/2010 11.00.00 - Autore: Roberto Cataldi).
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
venerdì
Attentato a Belpietro: è nato il terrorista qualunque.
Venerdì 01 Ottobre 2010 11:42
Personaggio a metà fra l'Uomo di Giannini e i sicari delle Br.
di RICCARDO CORSETTO (L'UNICO).
- Per una volta non vogliamo credere a Gianbattista Vico, maestro immenso di filosofia della Storia, e vogliamo invece credere che i suoi "corsi e ricorsi" siano solo una suggestione.
Però quello che ha vissuto il direttore di Libero Maurizio Belpietro rende difficile questo esercizio esorcizzante.
Ieri un uomo con una pistola in mano si è infilato nel condominio dove vive il noto giornalista. Addosso aveva una camicia della Guardia di Finanza.
Con quell'abbigliamento se avesse suonato alla porta, Belpietro gli avrebbe aperto certamente, guardando dallo spioncino.
Ma destino ha voluto che un agente della scorta - sotto la cui protezione Belpietro è da otto anni - si sia accorto del maleintenzionato prima che potesse mettere a segno il piano.
E' solo una fortuna che l'agente abbia preso le scale e non l'ascensore. Dopo aver accompagnato Belpietro fin dentro casa, ha rinunciato all'ascensore "per fumare una sigaretta". A questo punto l'incontro con un uomo di circa 40 anni, alto un metro e 80. Sotto la camicia da finanziere ha i pantaloni di una tuta. L'agente si vede puntare un'arma da fuoco contro e spara: tre volte.
Il direttore dall'interno del suo appartamento sente i colpi, quando già ha avuto l'ordine al telefonino: "Non uscire di casa, resta chiuso dentro".
Lo sconosciuto riesce a fuggire pare senza essere colpito. Non ci sono tracce di sangue. Ora in via Monti di Pietà, a Milano, dove vive il giornalista, sta lavorando la Digos.
E fin qui è cronaca.
L'UOMO QUALUNQUE MANDA A 'FANCULO' GIANNINI E STRIZZA L'OCCHIO A CURCIO.
Quel che preoccupa però sono gli effetti e le origini di questi episodi. Siamo riusciti a far passare l'attentato a Berlusconi come il gesto di un pazzo isolato, e riusciamo a sottovalutare non si sa con quale ingenua filosofia il fenomeno degli esagitati che infestano il web.
Un tempo il terrore politico era rappresentato graficamente attraverso murales nelle città d'Italia. Potevi imbatterti in minacce a carattere cubitale o in stelle a 5 punte sui muri di Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna. Oggi abbiamo post elettronici e basta navigare un qualsiasi social network per rendersi conto di quanta violenza potenziale ci sia in giro.
Ci siamo raccontati che si tratti di "violenza virtuale". I supporter dipietristi e grillini sono i primi a usare un linguaggio border line, dove non si capisce il limite tra il legittimo dissenso e l'intenzione minatoria.
Qualcuno dirà che siamo lontani dall'organizzazione criminale delle cellule armate anni '70. Questo è sicuro. Ma è anche vero che siamo davanti a un qualunquismo che scimmiotta il terrore. Basta farsi un giro sul web per accorgersi che l'Uomo Qualunque si è rotto i coglioni di essere "qualunquista" e allora va a lanciare statuette o treppiedi in testa al premier, va prendere il thé a casa Belpietro con una pistola. Inneggia a Lupo Luciano Liboni, e la sera si sollazza con la serie Romanzo Criminale dicendo che "fighi" 'sti qua.
Il terrorista qualunque è un personaggio purtroppo non mitologico nato dall'innesto dei cattivi maestri alla Grillo e Santoro (che mandando a fanculo gli avversari li costringono all'odio del popolo più che alla critica) e autori malati di sindrome di Stoccolma (che fa innamorare dei criminali) come il magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo. Insomma l'uomo qualunque manda a fanculo Giannini e se la fa con Franceschini, Curcio, e Cagol.
Che ci piaccia o no è nato il Terrorista qualunque: d'accordo è disorganizzato ma è pericoloso come solo le schegge impazzite sanno essere (L'UNICO).
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Personaggio a metà fra l'Uomo di Giannini e i sicari delle Br.
di RICCARDO CORSETTO (L'UNICO).
- Per una volta non vogliamo credere a Gianbattista Vico, maestro immenso di filosofia della Storia, e vogliamo invece credere che i suoi "corsi e ricorsi" siano solo una suggestione.
Però quello che ha vissuto il direttore di Libero Maurizio Belpietro rende difficile questo esercizio esorcizzante.
Ieri un uomo con una pistola in mano si è infilato nel condominio dove vive il noto giornalista. Addosso aveva una camicia della Guardia di Finanza.
Con quell'abbigliamento se avesse suonato alla porta, Belpietro gli avrebbe aperto certamente, guardando dallo spioncino.
Ma destino ha voluto che un agente della scorta - sotto la cui protezione Belpietro è da otto anni - si sia accorto del maleintenzionato prima che potesse mettere a segno il piano.
E' solo una fortuna che l'agente abbia preso le scale e non l'ascensore. Dopo aver accompagnato Belpietro fin dentro casa, ha rinunciato all'ascensore "per fumare una sigaretta". A questo punto l'incontro con un uomo di circa 40 anni, alto un metro e 80. Sotto la camicia da finanziere ha i pantaloni di una tuta. L'agente si vede puntare un'arma da fuoco contro e spara: tre volte.
Il direttore dall'interno del suo appartamento sente i colpi, quando già ha avuto l'ordine al telefonino: "Non uscire di casa, resta chiuso dentro".
Lo sconosciuto riesce a fuggire pare senza essere colpito. Non ci sono tracce di sangue. Ora in via Monti di Pietà, a Milano, dove vive il giornalista, sta lavorando la Digos.
E fin qui è cronaca.
L'UOMO QUALUNQUE MANDA A 'FANCULO' GIANNINI E STRIZZA L'OCCHIO A CURCIO.
Quel che preoccupa però sono gli effetti e le origini di questi episodi. Siamo riusciti a far passare l'attentato a Berlusconi come il gesto di un pazzo isolato, e riusciamo a sottovalutare non si sa con quale ingenua filosofia il fenomeno degli esagitati che infestano il web.
Un tempo il terrore politico era rappresentato graficamente attraverso murales nelle città d'Italia. Potevi imbatterti in minacce a carattere cubitale o in stelle a 5 punte sui muri di Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna. Oggi abbiamo post elettronici e basta navigare un qualsiasi social network per rendersi conto di quanta violenza potenziale ci sia in giro.
Ci siamo raccontati che si tratti di "violenza virtuale". I supporter dipietristi e grillini sono i primi a usare un linguaggio border line, dove non si capisce il limite tra il legittimo dissenso e l'intenzione minatoria.
Qualcuno dirà che siamo lontani dall'organizzazione criminale delle cellule armate anni '70. Questo è sicuro. Ma è anche vero che siamo davanti a un qualunquismo che scimmiotta il terrore. Basta farsi un giro sul web per accorgersi che l'Uomo Qualunque si è rotto i coglioni di essere "qualunquista" e allora va a lanciare statuette o treppiedi in testa al premier, va prendere il thé a casa Belpietro con una pistola. Inneggia a Lupo Luciano Liboni, e la sera si sollazza con la serie Romanzo Criminale dicendo che "fighi" 'sti qua.
Il terrorista qualunque è un personaggio purtroppo non mitologico nato dall'innesto dei cattivi maestri alla Grillo e Santoro (che mandando a fanculo gli avversari li costringono all'odio del popolo più che alla critica) e autori malati di sindrome di Stoccolma (che fa innamorare dei criminali) come il magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo. Insomma l'uomo qualunque manda a fanculo Giannini e se la fa con Franceschini, Curcio, e Cagol.
Che ci piaccia o no è nato il Terrorista qualunque: d'accordo è disorganizzato ma è pericoloso come solo le schegge impazzite sanno essere (L'UNICO).
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giovedì
S.P.Q.R. Bossi: chiedo scusa ai Romani se qualcuno si è offeso.
Una battuta, Il leader della Lega: ma ci sono state delle strumentalizzazioni.
ROMA (30 settembre 2010) - Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha chiesto scusa ai cittadini romani per la frase loro rivolta declinando SPQR. Il ministro per le Riforme ha detto che la sua era "semplicemente una battuta". E ha aggiunto: "Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso", anche se sulle sue parole è convinto ci siano state delle "strumentalizzazioni politiche". Il capo del Carroccio lo ha detto con i cronisti mentre lasciava Palazzo Madama. E per quanto riguarda la mozione di sfiducia presentata contro lui, Umberto Bossi si è detto convinto che il governo andrà avanti sino alla fine della legislatura.
Omar Palazzani
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
ROMA (30 settembre 2010) - Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha chiesto scusa ai cittadini romani per la frase loro rivolta declinando SPQR. Il ministro per le Riforme ha detto che la sua era "semplicemente una battuta". E ha aggiunto: "Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso", anche se sulle sue parole è convinto ci siano state delle "strumentalizzazioni politiche". Il capo del Carroccio lo ha detto con i cronisti mentre lasciava Palazzo Madama. E per quanto riguarda la mozione di sfiducia presentata contro lui, Umberto Bossi si è detto convinto che il governo andrà avanti sino alla fine della legislatura.
Omar Palazzani
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mercoledì
Manifestazione alla RAI
Fabio Sabbatani Schiuma
RAI,PDL-MPI: NESSUNA SANZIONE A SANTORO E' INSULTO A CHI PAGA CANONE.
ROMA, 29 sett. "Il Cda della Rai ha deciso di non sospendere la trasmissione 'Annozero', non pretende una par condicio nei dibattiti messi in onda? Perchè allora i cittadini dovrebbero continuare a pagare il canone per un servizio pubblico? Così vengono offesi ".
Lo dichiarano in una nota congiunta Chiara Colosimo (PdL), consigliere regionale del Lazio, Andrea De Priamo (PdL) e Fabrizio Santori (PdL), entrambi consiglieri comunali di Roma, e Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore regionale del 'Movimento per l'Italia con Daniela Santanchè - PdL'.
martedì
Bossi insulta Roma, ecco la lettera di Alemanno al Premier.
di GIANNI ALEMANNO (tratta da Libero).
Signor Presidente, ancora una volta, come purtroppo accade sempre più spesso, un Ministro del suo Governo, intervenendo in una pubblica manifestazione si è lasciato andare ad affermazioni e battute gravemente offensive per la dignità di Roma Capitale e dei miei concittadini. Il Ministro in questione, che mi legge per conoscenza, è il deputato Umberto Bossi, che nella giornata di ieri si è spinto a storpiare, con una vecchia battuta di un noto fumetto, la storica sigla SPQR che da più di duemila anni qualifica la Città Eterna. È evidente - a me e a tutti coloro che hanno letto la notizia - che siamo di fronte ad una battuta comiziale priva di diretti riflessi sull'azione di Governo.
D'altra parte, sono passati appena pochi giorni da quando, proprio su proposta di un Ministro leghista come Roberto Calderoli, il suo Governo ha approvato definitivamente il Decreto legislativo che trasforma il Comune di Roma nell'ente locale speciale “Roma Capitale”. Eppure, tali battute arrivano dopo articolate proposte, lanciate dalla stessa fonte politica, di distribuzione delle sedi centrali dei ministeri in tutte le principali città italiane, proposte chiaramente finalizzate a depotenziare il ruolo di Roma Capitale.
Tutto questo non può non determinare un grave sconcerto fra i cittadini di Roma ed allarmare tutti coloro che, come me, si trovano ad avere la responsabilità di guidare amministrativamente la Capitale. Per questi motivi, dopo aver a lungo pazientato e minimizzato prese di posizione di questo genere, sono costretto a chiederLe ufficialmente di intervenire presso tutti i suoi Ministri affinché mantengano un atteggiamento più istituzionale e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e dei quasi tre milioni di cittadini italiani che vivono ed operano nella nostra città. Sicuro della sua attenzione, La saluto cordialmente. (L'UNICO).
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Signor Presidente, ancora una volta, come purtroppo accade sempre più spesso, un Ministro del suo Governo, intervenendo in una pubblica manifestazione si è lasciato andare ad affermazioni e battute gravemente offensive per la dignità di Roma Capitale e dei miei concittadini. Il Ministro in questione, che mi legge per conoscenza, è il deputato Umberto Bossi, che nella giornata di ieri si è spinto a storpiare, con una vecchia battuta di un noto fumetto, la storica sigla SPQR che da più di duemila anni qualifica la Città Eterna. È evidente - a me e a tutti coloro che hanno letto la notizia - che siamo di fronte ad una battuta comiziale priva di diretti riflessi sull'azione di Governo.
D'altra parte, sono passati appena pochi giorni da quando, proprio su proposta di un Ministro leghista come Roberto Calderoli, il suo Governo ha approvato definitivamente il Decreto legislativo che trasforma il Comune di Roma nell'ente locale speciale “Roma Capitale”. Eppure, tali battute arrivano dopo articolate proposte, lanciate dalla stessa fonte politica, di distribuzione delle sedi centrali dei ministeri in tutte le principali città italiane, proposte chiaramente finalizzate a depotenziare il ruolo di Roma Capitale.
Tutto questo non può non determinare un grave sconcerto fra i cittadini di Roma ed allarmare tutti coloro che, come me, si trovano ad avere la responsabilità di guidare amministrativamente la Capitale. Per questi motivi, dopo aver a lungo pazientato e minimizzato prese di posizione di questo genere, sono costretto a chiederLe ufficialmente di intervenire presso tutti i suoi Ministri affinché mantengano un atteggiamento più istituzionale e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e dei quasi tre milioni di cittadini italiani che vivono ed operano nella nostra città. Sicuro della sua attenzione, La saluto cordialmente. (L'UNICO).
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