Il cardine della riforma della Giustizia è la divisione tra Giudici e Pm: pone al centro la parità tra accusa e difesa. Il Giudice diventa colui che è davvero sopra le parti, perché non è più pari al Pm.
Finora i piatti della bilancia erano sbilanciati a favore dei Magistrati: da una parte c'erano Giudici e Pm, dall'altra il cittadino solo. Ora invece i piatti sono stati messi su un unico piano: in una condizione di parità.
Altro punto fondamentale: la responsabilità civile dei Magistrati, al pari di tutti gli altri dipendenti dello Stato. Se sbaglia il medico è responsabile e il cittadino può citarlo. Così potrà avvenire anche per il magistrato. Si attua il principio della legge uguale per tutti.
La riforma non riguarderà i processi in corso alla data della sua entrata in vigore, pertanto non si potrà assolutamente parlare di legge ad personam, ma di legge fatta nell’interesse di tutti i cittadini.
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