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lunedì

Intervista a Magdi Cristiano Allam



Onorevole Magdi Cristiano Allam, perché è difficile la convivenza tra cristiani e musulmani?

«Anzitutto, bisogna distinguere sempre tra le persone e le religioni. Con le persone si può e si deve sempre dialogare e cercare una civile e pacifica convivenza perché tutti gli uomini, a prescindere dal loro credo religioso, sono uguali sul piano dei diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà. Sulle religioni invece dobbiamo avere il coraggio di dire che non sono tutte uguali».

L’Islam in cosa si differenzia dalle altre?

«Nella preghiera che i musulmani recitano cinque volte al giorno diretti verso la Mecca, facendo riferimento al Corano, dicono questo: “Credo che non c’è altro Dio al di fuori di Allah. Che Maometto è il suo inviato. Concedici la retta via, non la via di coloro nei cui confronti sei adirato né la via di coloro che hanno negato”. Tutti i teologi islamici concordano sul fatto che “coloro nei cui confronti sei adirato e che hanno negato la verità” sono proprio gli ebrei e i cristiani. Cinque volte al giorno, dunque, i musulmani nella loro preghiera condannano ebrei e cristiani. Se noi ignoriamo tutto questo non riusciamo a capire come sia potuto accadere che dopo sette secoli in cui tutto il Mediterraneo era cristiano a partire dal settimo secolo la sponda orientale e meridionale da cristiana sta diventando gradualmente islamica. Oggi stiamo assistendo alla spoliazione finale di quelle terre dalla residua presenza cristiana dopo l’eliminazione della presenza ebraica».

L’espansionismo aggressivo, quindi, ha un fondamento religioso?

«Nel Corano si dice chiaramente che l’insieme dell’umanità deve essere sottomessa all’Islam anche con la violenza e si fa diretto ed esplicito riferimento agli ebrei, ai cristiani, agli apostati, agli infedeli considerati tutti nemici dell’Islam da sottomettere con la violenza ed eliminandoli, se necessario, anche con l’uccisione. Questo è chiaramente scritto, non è opinabile. Cristianamente noi dobbiamo amare il prossimo a prescindere dalla sua fede, etnia o cultura. Ma al tempo stesso però dobbiamo essere consapevoli che nel momento in cui l’Islam si vuole applicare letteralmente e integralmente, nella sua integrità e integralità, l’Islam è fisiologicamente violento. Possiamo far finta che la realtà non sia questa, poi però dobbiamo fare i conti con la realtà, con quello che, ad esempio, è successo in Iraq, in Egitto e che sta accadendo ora in Siria. Una situazione che personalmente mi sta facendo inorridire».

Perché?

«Perché l’Occidente cristiano, o presunto tale, oggi sta dando manforte ad Al-Qaeda, ai Fratelli musulmani e ai gruppi salafiti nel nome di un’opposizione ad un regime dittatoriale laico all’insegna della cosiddetta primavera araba con il risultato che la presenza cristiana in Siria si va assottigliando sempre di più. L’Arcivescovo libanese monsignor Issam John Darwish, che sta accogliendo alla frontiera con il Libano migliaia di profughi cristiani in fuga dalla Siria, ha detto chiaramente di non aiutare i terroristi islamici in Siria perché nel momento in cui dovesse finire la presenza cristiana in Medio Oriente, il giorno successivo toccherà ai cristiani in Europa. I martiri cristiani sono anche la conseguenza della nostra ignoranza e, peggio ancora, della nostra collusione con il radicalismo islamico».

Non c’è quindi la possibilità di una vita normale per i cristiani nei paesi a musulmani?

«C’è stata in passato. Io sono nato nel ’52 al Cairo, in Egitto, e c’era una realtà molto più laica e rispettosa tra persone di religioni diverse anche se era pur sempre una società prevalentemente musulmana. Quello di Nasser era un regime laico socialista, le donne non erano costrette a portare il velo, i Fratelli musulmani erano fuorilegge, i loro dirigenti incarcerati o costretti ad emigrare altrove. Non veniva applicata l’ideologia islamica che è avversa ai cristiani e agli ebrei. Questa è la verità. Dopo la sconfitta degli eserciti arabi nella guerra del 5 giugno 1967, il declino del panarabismo e l’avvento del panislamismo noi assistiamo alla crescita dell’intolleranza islamica nei confronti di cristiani ed ebrei. Aggiungo che il problema si pone anche all’interno dell’Europa stessa. Oggi, ad esempio, come ha denunciato un mese fa il responsabile antiterrorismo dell’Unione europea, in Siria ci sono circa 800 cittadini europei che combattono con un gruppo, il “Fronte della vittoria”, legato ad Al-Qaeda. In Italia abbiamo avuto qualche giorno l’esempio di un giovane genovese di 24 anni, Giuliano Ibrahim Delnevo, che combatteva proprio con questo gruppo ed è stato ucciso. Si parla di una cinquantina di italiani o residenti in Italia che combattono laggiù con Al-Qaeda. Questo significa che il radicalismo islamico è diventata una realtà autoctona europea. Facciamo attenzione quindi a certi errori come quello di immaginare che per il rispetto, doveroso, nei confronti dei musulmani come persone si debba legittimare l’Islam come religione e concedere la costruzione di moschee che si stanno diffondendo a macchia d’olio anche in Europa con il risultato che all’interno di questi luoghi si predica un’ideologia intrisa di odio, di morte e di violenza nei confronti di ebrei e cristiani. Se c’è un Delnevo che a 20 anni va in Siria a combattere e farsi uccidere perché convinto che attraverso il martirio islamico accederà al paradiso islamico vuol dire che è già tardi, vuol dire che abbiamo già consentito il radicamento di un estremismo che rappresenta una minaccia per la nostra civiltà cristiana qui in Europa».

Un Islam moderato quindi non esiste?

«Esistono i musulmani moderati, io lo sono stato per 56 anni. Ci sono tanti musulmani per bene con i quali noi possiamo e dobbiamo dialogare ma lo dobbiamo fare nella consapevolezza che la verità è solo nel Cristianesimo e in Gesù Cristo che non può essere relativizzato. Laicamente, il dialogo è possibile a due condizioni: richiedendo a tutti, musulmani e non, la condivisione di quei valori che giustamente si definiscono “non negoziabili” in quanto sostanziano l’essenza della nostra comune umanità, mi riferisco alla sacralità della vita, alla dignità della persona e alla libertà di scelta, ed esigendo il rispetto delle regole che sono a fondamento della civile convivenza». 

Gli anni passano ma non cambia mai nulla, 

se non in peggio!

Questo è quello che fanno i terroristi! 


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giovedì

LEZIONE DI CIVILTA' A TUTTO L'OCCIDENTE!!!

Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge della Sharia Islamica, in Australia, recentemente è stato detto di lasciare il Paese, questo allo scopo di prevenire ed evitare eventuali attacchi terroristici.

Questo ha scioccato alcuni musulmani.  

GLI IMMIGRATI DEVONO ADATTARSI !!! 

Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. 

La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà. 

La nostra lingua ufficiale è l’ITALIANO, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese, o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua! 

La maggior parte degli Italiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. 

E’ quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. 
Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione altre parti del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte delle nostra cultura. 

Noi accetteremo le vostre credenze e quelle di chiunque senza fare domande. 

Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi. 

Questo è il NOSTRO PAESE; la NOSTRA TERRA e il NOSTRO STILE DI VITA. 

Vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. 

Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà:

 IL DIRITTO AD ANDARVENE.😘

Se non siete felici qui, allora PARTITE. 

Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il Paese che Vi ha accettati. Grazie 




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martedì

Egitto, 1953: quando a Nasser l'idea dell'imposizione del velo risultava comica.

È il 1953 quando il presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser pronuncia questo discorso davanti ad una platea numerosa. Nasser, che governò l’Egitto dal 1956 al 1970, racconta il suo incontro con il consigliere generale dei Fratelli Musulmani, al quale aveva chiesto quali fossero le sue richieste.

Nel video si vede che la richiesta di «imporre il velo a tutte le donne» da parte dei Fratelli Musulmani provoca grandi risate e battute da parte di tutti i presenti. 

Questo video ci deve far riflettere, perché ci fa capire che il più grosso errore che si possa fare con l’islam e le organizzazioni che si impegnano per diffonderlo, è quello della sottovalutazione.

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venerdì

Sartori “Siamo al disastro perché ci siamo illusi di integrare l’Islam”.

Su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo». 
Perché?
«Perché l’Islam che negli ultimi venti trent'anni si è risvegliato in forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo». 
Perché non possono convivere?
«Perché le società libere, come l’Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L’Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile». 
Sta dicendo che l’integrazione per l’islamico è impossibile?
«Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all'interno di società non-islamiche sia riuscita.
Pensi all’India o all’Indonesia».
Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece…
«…se invece l’immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai». 

Qui l'Articolo Completo !

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domenica

La profezia inascoltata di Oriana Fallaci: "Colpiranno anche noi". Aprite bene le orecchie e ascoltate cosa disse ben 15 anni fa.

La profezia inascoltata di Oriana Fallaci: "Colpiranno anche noi".Aprite bene le orecchie e ascoltate cosa disse ben 15 anni fa.
Pubblicato da Tommaso Longobardi su Giovedì 24 marzo 2016
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lunedì

Salvini:prove tecniche di integrazione, buona visione!


LE "TEORIE" SULLA DONNA IN MOSCHEAProve tecniche di integrazione, buona visione!
Pubblicato da Matteo Salvini su Lunedì 8 febbraio 2016
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Hollande preme sugli alleati per rafforzare la lotta.


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sabato

Una Tragedia ancora senza Reazione Occidentale !


martedì

La nostra vita è in pericolo: combattiamo il terrorismo islamico prima che sia troppo tardi !

Norvegia:giornalista con croce via da tg Per proteste comunità islamica, 'non garantisce imparzialità'

(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Indossare una catenina con la croce mentre si conduce il telegiornale offende l'islam e dunque la giornalista che l'ha fatto è stata sollevata dall'incarico. E' accaduto in Norvegia e il provvedimento ha colpito un noto volto della Nrk, Siv Kristin Saellmann. Alcuni spettatori - soprattutto esponenti della comunità islamica locale - hanno protestato sostenendo che la "catenina con la croce offende l'Islam" e "quel simbolo non garantisce l'imparzialità del canale". 

Fonte: ANSA

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mercoledì

Roma - Schiuma (PDL): "Cento moschee sono una bomba ad orologeria"

Da: Oggi Notizie
Torna d'attualità il problema della nutrita presenza di moschee nella capitale.  «La presenza di cento moschee a Roma è una bomba a orologeria per la sicurezza del nostro paese: nessuno può controllare le possibili infiltrazioni terroristiche per ammissione degli stessi responsabili religiosi. Qualcuno, come il ministro Alfano, dovrebbe prendere dei provvedimenti». 
A dichiararlo in una nota è Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale di Roma, presidente del movimento Riva Destra e componente dell'esecutivo romano in merito alle notizie riportate oggi in prima pagina nazionale dal quotidiano 'Il Tempo'. «Ci sono le autorizzazioni per i vari cambi di destinazione dei locali trasformati in luoghi di culto? Sono rispettati gli adempimenti amministrativi, strutturali e sanitari? Chi controlla? Resta poi - conclude Schiuma - la questione della reciprocità nei paesi islamici, ove invece le nostre chiese vengono assaltate e bruciate e i cristiani perseguitati». 

Fabio Sabbatani Schiuma

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martedì

ISLAM, Clandestini e Violenza !




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