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Truffe on line: Registro italiano in Internet.
Già nel 2007 era stata segnalata questa notizia a proposito del Registro italiano in Internet. Dietro questo nome altisonante si nasconde una società tedesca, la Deutscher Addressdienst GmbH, che, attraverso lettere ingannevoli, chiede compensi cospicui per inserire i siti Internet delle società nel loro catalogo on line. Se malauguratamente è stato firmato il contratto, dovete sapere che la legge è dalla vostra parte. Innanzitutto nella lettera che avete firmato, in quanto fattura intracomunitaria, deve essere indicata sia la partita IVA del venditore che dell'acquirente.
Inoltre, l'Agcm, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si è già pronunciata contro la Deutscher Addressdienst GmbH affermando che il messaggio della lettera è "idoneo ad indurre in errore i consumatori, in ordine allo scopo promozionale da esso perseguito ed alle condizioni economiche dell'offerta. Il messaggio, infatti, non indicava con sufficiente chiarezza che la semplice sottoscrizione del modulo per l'inserimento della propria attività commerciale nella guida pubblicizzata non è gratuito, ma comporta il pagamento di un corrispettivo e, pertanto, l'Autorità ne ha vietato l'ulteriore diffusione". Purtroppo, la Deutscher Addressdienst GmbH è sorda a questi provvedimenti, ed ha continuato ben oltre il 2005, anno del provvedimento dell'Agcm, a spedire queste lettere sia in Italia che in altri Paesi.
Per segnalazioni: http://www.agcm.it/
Inoltre, l'Agcm, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si è già pronunciata contro la Deutscher Addressdienst GmbH affermando che il messaggio della lettera è "idoneo ad indurre in errore i consumatori, in ordine allo scopo promozionale da esso perseguito ed alle condizioni economiche dell'offerta. Il messaggio, infatti, non indicava con sufficiente chiarezza che la semplice sottoscrizione del modulo per l'inserimento della propria attività commerciale nella guida pubblicizzata non è gratuito, ma comporta il pagamento di un corrispettivo e, pertanto, l'Autorità ne ha vietato l'ulteriore diffusione". Purtroppo, la Deutscher Addressdienst GmbH è sorda a questi provvedimenti, ed ha continuato ben oltre il 2005, anno del provvedimento dell'Agcm, a spedire queste lettere sia in Italia che in altri Paesi.
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