sabato

Il Forlanini fa acqua Piove dal soffitto sui malati vegetativi.

L’unità riabilitativa d’eccellenza, inaugurata 3 anni fa, cade a pezzi.
Ci sono casi come Eluana Englaro. Ragazzi in coma dopo un incidente automobilistico, o pazienti con minima coscienza che comunicano grazie a un computer. Ma la struttura all’avanguardia che doveva fare scuola in Italia, inaugurata al Forlanini il 2 marzo 2011, alla presenza del presidente della Repubblica Napolitano, fa acqua. Letteralmente piove dal soffitto. «C’è una stanza simbolo che è già la terza volta che si bagna dal controsoffitto in diversi punti e dobbiamo correre via con i pazienti» dice Giacomo Giujusa, rappresentante dell’Associazione dei familiari dei malati ricoverati nell’Unità di cure residenziali intensive (Ucri), l’unico per malati in stato vegetativo e con minima coscienza realizzato in una struttura sanitaria pubblica e oltre a riabilitazione e assistenza garantisce prestazioni specialistiche e diagnostiche. Nell’unità è possibile effettuare la "videoterapia" con proiezione di filmati e immagini legati a momenti significativi della vita del paziente prima del coma (ogni posto letto è dotato di tv lcd con dispositivi multimediali), vi è una palestra per la riabilitazione neuromotoria e spazi dedicati ai familiari. Ma ci sono alcuni «però». Le stanze «scrostate» e che «fanno acqua» continua Giujusa. I promessi 30 posti sono ancora fermi ai «primi 10» letti. Funziona «tutto» ma «solo grazie alla buona volontà». «Abbiamo solo 2 figure bravissime ma senza contratto definitivo». E così i familiari di malati così gravi vivono nell’apprensione di perdere la dottoressa «Gabriella Pellegrino, specializzata in riabilitazione» e «la logopedista, Alessandra Matano, che fa lo svezzamento dalla tracheotomia». Servono «contratti stabili» e «un progetto di riabilitazione di anni». Oggi, i 3 medici che affiancano il primario, Remo Orsetti, «c’è anche il dottor Paolo Consoli» sono in servizio dalle 8 alle 20. «Se c’è un evento improvviso la notte - spiega Orsetti - ci sono i medici di guardia della terapia intensiva».
«Forse fin dall’inizio la struttura meno indicata per l’Ucri era proprio quella del Forlanini, meglio il San Camillo - dice Marco Lelli, segretario aziendale Nursind, il sindacato degli infermieri - Lo dimostra il fatto che le riparazioni hanno solo tamponato falle di una struttura costruita su "fondamenta d'argilla", quindi un grosso elogio a chi si prodiga in un’assistenza così particolare e delicata». Oggi sulla mancanza di risorse umane, Raffaele Piccari, delegato Nursind presenta le richieste alla direzione aziendale. 
«Gli stanziamenti per fare 30 posti letto sono contenuti nella delibera del gennaio 2013: un milione di euro vincolati ma nessun intervento effettuato dalla Regione» dice il consigliere regionale Fabrizio Santori. «Dopo la vergogna dei pronto soccorso della nostra Regione, con malati a terra su materassi e operatori medico-sanitari allo strenuo, tra l’altro già finito in Procura, la scarsa trasparenza nelle nomine a direttori Asl e degli ospedali, ecco la vergogna sui mancati interventi all’Ucri. E - conclude Santori con una domanda - dove sono finiti i 467mila euro per il Pronto Soccorso?».

di Grazia Maria Coletti - Fonte: IL TEMPO

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venerdì

KIEV: FAUSTO BILOSLAVO TORNA IN UCRAINA




Kiev, l'inferno che in Italia non capiamo !

di Fausto Biloslavo - Ven, 21/02/2014 - 08:23

A Kiev non è in corso una lotta impari tra democratici buoni e cattivi del regime ma una battaglia per il potere. Le scene di guerra in Europa dopo la mattanza dell'ex Jugoslavia sono un pugno allo stomaco, anche se la gente comune non capisce bene cosa stia veramente accadendo in Ucraina.
Non è come ce la raccontano per imbambolarci gli intellettuali militanti stile Bernard-Henri Lévy, che si sono innamorati della primavera araba e vorrebbero importarla a Kiev. Non è una lotta impari fra democratici manifestanti che inseguono l'Europa unita ed i cattivoni del regime sodali dei russi. È difficile separare con l'accetta buoni e cattivi da una parte o dall'altra. All'inizio, tre mesi fa, le manifestazioni erano pacifiche in nome dell'utile cavallo di battaglia della mancata firma, all'ultimo minuto, del presidente Viktor Yanukovich, filo russo, dell'integrazione verso l'Europa. Adesso è una lotta per scalzare il regime e conquistare il potere. Non solo: molti dei combattenti di queste ore nella capitale ucraina hanno un'idea di Europa tutta loro diversa, se non opposta, ai burocrati di Bruxelles. L'opposizione più «moderata» ha alle spalle colossi come la Germania e la Polonia, che giocano una partita anti russa. La famosa piazza Maidan, scintilla della guerra civile che si sta scatenando in queste ore è paragonabile, per importanza, a piazza Duomo a Milano. Immaginate che sotto la Madonnina dei ribelli in mimetica comincino a erigere barricate isolando un'area di due chilometri quadrati. E sotto galleria Vittorio Emanuele dei ragazzotti in tenuta da combattimento arruolino volontari per le Brigate nere che libereranno l'Italia dai comunisti, fuori tempo massimo. A Kiev, nel municipio occupato, accadeva lo stesso con l'Upa, l'Esercito di liberazione ucraino che durante la seconda guerra mondiale combattè contro i sovietici. Inevitabile che di fronte allo stallo del negoziato politico i duri e puri di Maidan abbiano deciso di marciare sul Parlamento, come è capitato martedì. Lo scontro con la polizia è subito degenerato in pistolettate con morti e feriti. La piazza era piena di arsenali nascosti. Un déjà vu con il crollo sanguinoso della Jugoslavia, ma a Kiev manca il fattore etnico sostituito dal solco profondo fra l'Ucraina occidentale anti russa e quella orientale attratta da Mosca. Non a caso Leopoli, capitale dell'Occidente e altre città sono in mano ai rivoluzionari. Mentre dalla Crimea, dove il Cremlino ha ancora una base con sommergibili nucleari, partono per la capitale i militanti filo regime.E Kiev sta in mezzo. I miliziani anti Maidan, pure loro armati e pronti a tutto, nei giorni di calma innalzavano dei cartelli con scritto: «Ex Jugoslavia, Tunisia, Libia. L'Ucraina è la prossima?».Le ingerenze americane, come quelle russe non mancano, ma hanno superato il livello di guardia con l'aggravante di continuare a raccontarci solo dei manifestanti europeisti ammazzati dalla polizia e non degli agenti uccisi sull'altro fronte. In realtà è in atto una battaglia cruenta della nuova guerra fredda fra Washington e Mosca. Il problema è che non si muore nel lontano Afghanistan o in Siria, ma a Kiev, in Europa.


www.gliocchidellaguerra.it

Fonte: l'inviato Fausto Biloslavo

BORGNA, SCHIUMA: «AVVERSARIO POLITICO CHE RICORDO CON STIMA E AFFETTO».




SVILUPPO LAZIO: Comunicazioni dall'Agenzia - Opportunità !

      Primo piano


Grande successo del bando per le start up

Rimarrà ancora aperto fino al raggiungimento della soglia massima di prenotazioni utili per l'eventuale scorrimento delle graduatorie
 

Rilanciare il distretto di Civita Castellana

La Regione firma un protocollo d’intesa con obiettivi a lungo termine

Occupazione, migliorano le aspettative delle imprese

E' quanto mostra la rilevazione Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro

Più ricerca italiana in Europa, vincere la sfida

Discussi in un incontro al Cnr opportunità e limiti del nostro sistema

Premio "Idea Innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile"

Iniziativa della Camera di commercio di Roma, il bando scade il 15 marzo

International Open Data Day

Il 22 febbraio maratona di monitoraggio dei progetti finanziati dalle politiche di coesione

Provincia di Roma, bando “Promotori Tecnologici per l’Innovazione”

La scadenza per presentare progetti è il 28 febbraio

Bandi aperti

Opportunità e agevolazioni gestite da Sviluppo Lazio, dalle società del Gruppo e da altre istituzioni nazionali e locali
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giovedì

Massacro a Kiev, «i morti sono almeno 100». Evacuati i palazzi del potere, si spara per strada

La polizia della Transcarpazia passa con i manifestanti. La polizia autorizzata ad aprire il fuoco sui manifestanti per autodifesa.
La tregua annunciata mercoledì dal presidente Viktor Yanukovich è durata appena qualche ora. Le proteste a Kiev sono riesplose, se possibile, più violente di prima. Dopo i 28 morti di mercoledì, giovedì il bilancio degli scontri sarebbe di «almeno 100 morti e oltre 100 feriti», come ha riferito alla Cnn il capo dei servizi medici a Kiev. 67 i poliziotti fatti prigionieri dai manifestanti. 
La polizia ucraina ha invitato gli abitanti della capitale ucraina a restare a casa. 

Fonte: Corriere della Sera - Articolo Completo QUI !

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