Viaggio nel declino inarrestabile della Città Eterna.
CARLO Verdone mi dice che dal suo balcone al Gianicolo vede già "il buio del magnifico fallimento della mia città, una nuvola di depressione". È la stessa che io respiro a Termini già alle 6 del mattino con il puzzo d'orina che si sprigiona dall'ultima uscita della metropolitana e si diffonde, unica fragranza in mancanza di ponentino, sul piazzale dove si staglia l'orrenda statua di Papa Wojtyla che è romanissima arte per amicizia e non per valore estetico. Verdone nota con dolore che "mentre a Los Angeles si celebra la Roma metafisica di Sorrentino, qui fallisce quella fisica". E prevede che, alla fine, "quando saranno finiti anche i 750 milioni che sono stati stanziati adesso, venderanno Roma ai cinesi come hanno fatto in Kenya". "Venderanno Roma agli asiatici e Pompei ai tedeschi. Quelli sanno come intervenire. Noi facciamo solo eventi e niente interventi".