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Massoneria e Trasparenza

“Non è corretto escludere dalla politica gli affiliati alle logge massoniche”. Con queste parole il professor Fulvio Conti, docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze, intervistato da Francesco Amistà per il Giornale del Bisenzio (19 settembre 2025), ha riportato al centro del dibattito un principio fondamentale: il rispetto dello Stato di diritto e il rifiuto di ogni discriminazione.

Negli ultimi mesi, il tema della Massoneria è stato oggetto di discussione pubblica, spesso segnato da pregiudizi e luoghi comuni. Lo storico fiorentino ha voluto ricordare che la Massoneria, fin dalle sue origini nel Settecento, è stata una forma associativa che ha contribuito allo sviluppo della cultura democratica e del pensiero liberale in Italia e in Europa.

Nell’intervista, Conti sottolinea come non sia giustificato né legittimo porre limiti alla partecipazione politica dei liberi muratori. La libertà di associazione e il principio di uguaglianza, afferma, non possono essere sacrificati sull’altare del sospetto o della diffidenza.

La Massoneria italiana ha infatti avuto un ruolo storico di primo piano, in particolare nel Risorgimento e nella formazione dello Stato unitario. Da Garibaldi a Carducci, da Ferrari a De Sanctis, non sono mancati uomini che hanno intrecciato il loro impegno politico e culturale con la loro appartenenza massonica, contribuendo al progresso della società. 



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